Non vogliamo certo sostenere che si tratta solo di una montatura della stampa, ma basta analizzare i due fatti per notare come la stampa tenda a scegliere le notizie e il modo in cui comunicarle inseguendo più l'audience che non un principio di corretta informazione.

Il secondo caso, verificatosi in provincia di Padova il giorno seguente, ha avuto conseguenze molto meno gravi e la bambina morsicata è stata dimessa dall'ospedale con una semplice medicazione al collo. E' evidente che si tratta pertanto di due episodi molto diversi e che il secondo è stato divulgato addirittura tramite i telegiornali nazionali solo perché, essendosi verificato dopo 24 ore dal primo, faceva sicuramente notizia. Ma purtroppo in questo modo si alimenta inultimente una lunga polemica sui cani pericolosi.
Il Codacons ha subito ribadito l'urgenza di "istituire subito il patentino obbligatorio per alcune razze" e di "rivedere la vecchia ordinanza Sirchia, ora Storace, sull'uso di guinzaglio e museruola". "Da tre anni - osserva l'associazione - il Codacons ha avanzato, inascoltato, proposte precise in materia.
Tralasciando la polemica, cerchiamo di analizzare i due fatti, per quanto possibile, al fine di trarne qualche insegnamento. In entrambi i casi non abbiamo notizie in merito all'educazione impartita ai due cani, ma sappiamo che le persone che li conoscevano hanno dichiarato che si tratta di animali tranquilli (almeno fino al momento dell'aggressione). Nel caso della bambina di Padova, il rottweiler (dell'età di due anni) stava giocando con un altro cane che vive nella stessa casa, un barboncino. La bambina si sarebbe intromessa fra i cani per prendere in braccio il barboncino e questo avrebbe scatenato l'aggressione da parte del rottweiler. Il secondo caso sembra meno spiegabile: il cane ha aggredito il bambino appena questi, con la nonna, è entrato nel giardino. Stando alle notizie disponibili, sembra che la donna che accompagnava il bambino non abbia suonato il campanello e sia entrata senza farsi riconoscere dal cane.
Mi sembra evidente che in entrambi i casi le aggressioni non siano state provocate dall'innata aggressività dei rottweiler, ma piuttosto da incomprensioni fra uomo e cane. In effetti non sono molti coloro che abbiano sufficienti conoscenze di psicologia canina. Il problema è perciò da ricondurre all'ignoranza generale nei confronti delle modalità comportamentali dei cani. E purtroppo spesso sono anche i proprietari dei cani potenzialmente più pericolosi a non sapere come educare e controllare il proprio animale, che in certi casi trattano con eccessiva "bontà", lasciandolo libero di fare quello che vuole e finendo perciò con il convivere con un vero "capo branco". I cani che più di altri manifestano la volontà di predominanza in modo aggressivo, devono essere gestiti e controllati in modo impeccabile dal proprio padrone. Ovviamente per fare questo è necessario investire tempo nell’educazione cinofila che con questi soggetti è più che mai indispensabile.
