domenica 18 marzo 2012

Sono meglio i cani o i gatti?

All'eterna domanda che contrappone amanti di cani e gatti cerca di rispondere «New Scientist», autorevolissima rivista scientifica inglese, che ha condotto uno studio sulle due specie domestiche che frequentano le nostre case. Il risultato parla chiaro: valutati undici parametri e, messe in relazione le qualità di gatti e cani, ai primi tocca la sconfitta seppur con l'onore delle armi. Andiamo allora a vedere quali parametri sono stati valutati.
cane-e-gattoSarà soddisfatta la tribù di quelli che alla domanda «meglio i gatti o i cani?» non hanno dubbi e raccontano di quanto i secondi siano più fedeli, affettuosi e intelligenti. Meno i «gattofili» che, per correre in difesa dei loro beniamini, arrivano a smontare la ricerca della rivista inglese. Proprio come fa l’etologo italiano Giorgio Celli che di gatti ne ha tre: «Sono animali imparagonabili. Il cane è un animale sociale, il gatto è un solitario. E visto che lo studio mette al centro il loro rapporto con l’uomo, il risultato è scontato». E poi aggiunge: «Se la capacità d’interazione con il “padrone” è prova di maggior valore, io pongo una domanda a quelli di «New Scientist»: è più intelligente chi si fa addestrare, come il cane, o chi invece si rifiuta, come fanno i gatti?».
Ma quali sono i parametri valutati dagli scienziati britannici? Il primo, neanche a dirlo, è la quantità di neuroni in loro possesso. E fin qui i gatti vincono alla grande: 300 milioni, i loro, contro i «pochi» 160 posseduti dai cani.
Il pareggio, però, arriva subito. Se si valuta il «tempo trascorso con l’uomo» non c’è gara. Gli archeologi hanno trovato resti di «cane domestico» che risalgono a 30 mila anni fa, mentre quelli del gatto si aggirano attorno ai 9 mila. Un elemento questo che, secondo gli specialisti, indicherebbe la maggiore propensione dei discendenti del lupo a relazionarsi con l’essere umano.
Terza questione - e qui c’è il sorpasso - è il legame con il padrone. Il cane, dice la ricerca, si sente tanto stretto al suo quanto il gatto alla casa in cui vive. A dimostrarlo un esperimento condotto in laboratorio: il primo allontanato da padroncino o padroncina si comporta come un bimbo diviso dalla mamma. Il rapporto, in pratica, tra animale e uomo è di assoluta dipendenza. Diverso, invece, l’atteggiamento del gatto che non mostrerebbe attaccamento. Va detto che i critici della ricerca mettono in dubbio soprattutto questo punto della valutazione: per il piccolo felino, infatti, è già sufficientemente stressante trovarsi in un territorio estraneo - ostile per lui - appunto, com’è un laboratorio, da riuscire anche a manifestare attaccamento al padrone. Una circostanza questa, piuttosto evidente a chi un gatto ce l’ha, ed è stato costretto a portarlo dal veterinario: sul tavolo d’acciaio, il micio sta piatto con gli occhi sbarrati e le orecchie bassissime. Con la speranza di uscire il prima possibile da quella situazione «infernale», il gatto, più che il padrone, punta direttamente la porta.
Il pareggio arriva inaspettato con il quarto parametro: la popolarità. Secondo recenti studi sono 173 milioni i cani che vivono beati nelle case di padroni che abitano nei paesi a «maggioranza cani» - tra gli altri l’Italia, gli Stati Uniti, la Russia e la Cina - mentre 204 i piccoli felini che stanno in quelli a «maggioranza gatti».
A portare nuovamente in vantaggio i cani la «capacità di comprensione». Tra le razze citate nella ricerca spicca il Border Collie capace di comprendere un vocabolario di 200 parole. Un punto ancora in più, poi, per l’abilità di «problem solving». Una valutazione questa, su cui non concorda Roberto Marchesini, esperto di zoontropologia, che, sull’intelligenza degli animali ha scritto un libro.«I gatti sono gli animali per eccellenza che dedicano le loro giornate a risolvere problemi. Il senso della vita è andare a cacciarsi nei guai per poi uscirne, risolvere enigmi, cercare soluzioni». E poi aggiunge:«A differenza dei cani che, invece, sembrano avere come scopo quello di assecondare il padrone, condividere tempo e spazio con lui, essere coinvolti».
I gatti superano in cani, invece, in «vocalizzazioni». Cioè nell’abilità di usare la voce per comunicare con l’uomo. Addirittura sono capaci - la scoperta è recente - di emettere un suono simile a quello del neonato che agisce a livello subliminare. Due punti in più, se li aggiudicano i felini, per i «supersensi»: hanno 200 milioni di recettori olfattivi (molti meno quelli nei nasi dei cani) e per l’«ecologia»: 0,84 gli ettari di terra necessaria a un cane di media taglia, 0,15 quelli quelli di cui ha bisogno un gatto. Punti preziosi che portano al pareggio: cinque a cinque.
E poi la sconfitta, sei a cinque, con l’ultimo parametro, quello sull’«utilità»: i cani sanno cacciare, fare i pastori, salvare vite umane, Aiutano nell’assistenza e durante le operazioni di polizia. Portarli a spasso è anche una buona soluzione per la salute dell’uomo.
Gara finita. Agli amanti dei felini non resta che consolarsi con l’idea di condividere il pensiero di un nobel della medicina, Konrad Lorenz: «Il gatto è una creatura intelligentissima che non si considera prigioniera dell’uomo, ma stabilisce con lui un rapporto alla pari».

mercoledì 7 marzo 2012

Il mio cane preferito... il BOBTAIL

Le origini del Bobtail non sono ancora molto conosciute, ma molti esperti affermano che derivi da cani da pastore molto simili a questa razza, vissuti molti secoli fa in Inghilterra. Si ritiene che la loro zona di origine coincida con la Contea di Devon e anche con gli Highlands della Scozia; questo spiegherebbe la sua rusticità e l’abbondanza di pelo, date le rigide condizioni climatiche in queste zone. Non può essere considerato un cane del tutto autoctono, poiché si sono riscontrati, nei suoi aspetti morfologici, alcune somiglianze con i “Pastori della Russia” e con i cani da gregge asiatici. C’è anche chi sostiene che tra i suoi progenitori ci siano anche i “Mastini”, importati dai colonizzatori Romani nelle isole inglesi. Il Bobtail esordì per la prima volta ad una esposizione cinofila a Birmingham nel 1873, ma senza ottenere successo. Nel 1888 viene fondato il primo Club, e la razza diventò popolare, specialmente negli Stati Uniti. Il suo nome “Bobtail” significa “coda corta”.

Aspetto generale

Cane di aspetto compatto, mesomorfo mesocefalo. Non è alto sugli arti ed è molto ben rivestito di pelo in tutto il corpo. E’ un cane tarchiato, robusto e muscoloso. La sua espressione esprime intelligenza. La sua testa è molto particolare, perché ha il pelo che arriva a ricoprire gli occhi.

Carattere

Il Bobtail è una razza che conquista simpatie di molte persone, a causa del suo aspetto particolare. E’ un cane che possiede grandi doti di affettuosità. E’ molto allegro e intelligente. Molto docile con i bambini e con le persone che conosce. Da non sottovalutarsi anche le sue capacità di essere un temibile cane da guardia, il quale non da’ scampo ad intrusi nel suo territorio. Utilizzato molto, in diversi paesi, per il suo antico compito di sorvegliare il gregge e guidarlo insieme al pastore. Molto ubbidiente e facilmente addestrabile.
Altezza:
 - maschi da 56 cm ed oltre
 - femmine un po’ inferiore dei maschi
Peso: 30-40 kg


Tronco: piuttosto compatto. Costruito nel quadrato, con torace ampio e profondo e rene dolcemente arcuato e molto vigoroso.
Testa e muso: con cranio ampio e di forma quadrata, ben arrotondato e completamente ricoperto di pelo. Il muso deve essere abbastanza lungo, forte, quadrato e tronco. Ben accentuato lo stop.
Tartufo: sempre di colore nero; deve presentarsi largo e voluminoso.
Denti: regolarmente allineati, completi nel numero e nello sviluppo.
Collo: abbastanza lungo, arcuato e completamente ricoperto di pelo.
Pelle: aderente al corpo in ogni sua parte.
Occhi: devono essere scuri o gazzuoli.
Orecchie: piccole e portate a piatto sui lati della testa. Ricoperte di pelo.
Arti: ben in appiombo, con buona ossatura. Non devono essere di eccessiva lunghezza. Completamente ricoperti di pelo. Devono avere una buona muscolatura.
Spalla: oblique e si ristringono alle punte. Il cane è più basso alle spalle che al rene.
Muscolatura: ben sviluppata in tutte le parti del corpo.
Coda: ben proporzionata al corpo.
Proporzioni: costruzione nel quadrato.
Colori ammessi: sfumature del grigio, brizzolato, blu, con o senza pezzature bianche.
Difetti più ricorrenti: testa lunga e stretta, mancanze di premolari, misure fuori standard, monorchidismo, criptorchidismo, angolazioni scorrette, testa scorretta, appiombi non dritti, piede lungo, pelo non abbondante, colori fuori standard, tronco allungato, occhio chiaro.

giovedì 1 marzo 2012

Il terranova

D’aspetto maestoso, dolce e salvatore di molte vite umane, il Terranova ha una meritata reputazione di compagno fedele. Probabilmente originari dell’isola di Terranova (Canada), questi cani sono da sempre utilizzati come animali da traino e cani d’acqua per il trasporto di reti da pesca e cime delle navi a riva.
Anche i moderni Terranova amano l’acqua e servono ancora come cani da salvataggio. Questa razza è gentile, intelligente, fedele e affidabile con i bambini e anche adattabile a molti stili di vita.
Non è comunque un cane da prendere alla leggera: richiede molto spazio ed è costoso da mantenere e, come molti cani grandi e attivi, ha bisogno di essere educato ad un comportamento sociale in presenza dell’uomo o può diventare un grosso guaio. Non è molto adatto ai fanatici della pulizia: sbava copiosamente, perde molto pelo e, quando bagnato, porta molta acqua in casa.
È un fantastico cane per famiglie cha hanno spazio e tempo da dedicargli. Il Terranova è dolce, affettuoso e straordinariamente buono con i bambini se cresciuto con loro. La sorveglianza è importante per assicurarsi che i bambini non approfittino della sua indole mite: è bene non lasciare che cerchino di salirgli in groppa, perché questo può danneggiargli la schiena.

Cucciolo di Terranova
E’ poco adatto alla vita d’appartamento necessita di molto spazio e dimovimento. Il suo potenziale padrone dovrà avere una casa grande per ospitarlo. Soffre le alte temperature e il folto pelo (soprattutto se nero) lo rende soggetto ai colpi di calore.
Questa razza è adatta a chi vuole trattare il cane come membro della famiglia e può offrirgli il tempo e la compagnia di cui ha bisogno. Ama essere coinvolto nelle attività familiari ed è l’ideale per chi ha bambini piccoli e vuole un cane affidabile, per quanto fisicamente possente.




  • Taglia: Grande
  • Peso: 45-68 kg
  • Altezza: 66-71 cm
  • Testa: Cranio ampio e massiccio, con muso breve, quadrato, ben delineato
  • Occhi: Piccoli, scuri e infossati, orecchie relativamente piccole, pendenti
  • Corpo: Dorso ampio e diritto, con torace profondo e groppa forte e muscolosa
  • Pelo: Liscio, folto, talvolta ruvido, oleoso
  • Colore: Nero (più frequente), marrone, bianco con macchie nere
  • Coda: Piuttosto folta; quando il cane è a riposo pende verso il basso
  • Carattere: Adattabile, dolce, affidabile